La Svizzera ha risposto con un grande al matrimonio per tutti. In tutti i Cantoni vince il , colorando di verde, o di arcobaleno, quella Svizzera che ha atteso diversi anni per questo traguardo.

C’è chi parla di progresso e chi di cambiamenti, probabilmente con delle ragioni. Oppure questo voto più semplicemente ha preso atto della realtà delle relazioni e delle famiglie, delle libertà e dei diritti. Se siamo tutte e tutti uguali davanti alla legge, nonostante le differenze che rendono unica ogni persona, allora è bene che ciascuno possa vedere riconosciuta la dignità della relazione, del sentimento, del sacrificio, di gioie e dolori, delle responsabilità e del progetto che sente di costruire insieme ad un’altra persona.

, la parola chiave di questi mesi di campagna, è anche un modo per dire ora “, è semplice“. Capire infatti che l’amore e le relazioni meritino stesso riconoscimento, come dire anche che lo meriti ogni persona, è semplice. Come esseri umani amiamo, desideriamo costruire legami, molte volte desideriamo progettare una vita insieme a qualcuno. Come esseri umani siamo costituiti della stessa sostanza, non ci sono tra noi alieni. Forse è invece sempre meno umano, o almeno alieno ad un certo modo di essere umani, quel desiderio di prevaricare: voler dire agli altri come devono essere, voler giudicare che un certo tipo di persona o legame non meriti considerazione come altri, voler dire a qualcuno che è migliore di un altro per una semplice condizione. Se non è alieno, ricorda almeno un mondo vecchio e arrabbiato di essere.

Chi dice di no alla realtà multiforme, piena di differenze straordinarie che dipingono il nostro posto nel mondo, rimane indietro: continua a guardare il paesaggio con occhiali da sole, credendo che la realtà sia di fatto bianca o nera (al massimo con qualche grigio) e non rendendosi conto che l’unico modo per conoscerla è proprio abbandonare quelle lenti con cui osserva, giudicando ogni cosa. È semplice: basta conoscere le altre persone, vedere i loro colori tutti diversi, nessuno migliore, ciascuno importante.

Anche la semplicità ha i suoi nemici: le vecchie costruzioni sociali e culturali, fatte anche di stereotipi e pregiudizi, che rendono molte volte tutto un po’ complicato. Per questo, c’è ancora da fare: parlare, discutere e vivere le altre persone che ancora non vedono quei colori, non li hanno conosciuti o saputi riconoscere, con solidarietà e pazienza: ognuno ha i suoi tempi e la propria unica strada. Per questo l’arcobaleno tornerà dopo ogni tempesta, a dirci che c’è un ponte colorato che può unirci, sempre.

Marco Coppola

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