L’alcool o etanolo (oppure alcool etilico) è una sostanza capace di alterare il comportamento, l’umore e le percezioni di chi lo assume. Il suo effetto disinibente, rilassante e inebriante è conosciuto da millenni. Ai giorni nostri le bevande alcoliche fanno parte della cultura culinaria e del bere, ma possono anche causare non pochi problemi sociali e di salute. L’alcol non è un bene di consumo ordinario ma una sostanza psicoattiva in grado di provocare gravi danni. Il consumo di alcol è radicato nella cultura svizzera: circa l’85 % della popolazione sopra i 15 anni beve birra, vino, sidro o liquori più o meno frequentemente. – UFSP – Ufficio federale della sanità pubblica

L’etanolo (C2H5OH) è un liquido incolore, risultato della fermentazione di alimenti contenenti idrati di carbonio quali la frutta, i cereali o le patate. Grazie alla fermentazione naturale l’alcol raggiunge una concentrazione massima di 18° (gradi) o % vol. (percentuale volumetrica). La distillazione permette in seguito di portare il tasso alcolico fino all’80% vol. per i liquori. La fermentazione o la distillazione possono inoltre produrre altri tipi di alcol molto tossici, come il metanolo o dei sottoprodotti quali le aldeidi o gli oli di flemma. – https://fatti-cifre.dipendenzesvizzera.ch/it/alcol/ritratto.html

L’alcool è una sostanza psicotropa (o psicoattiva): una sostanza in grado di agire sulle funzioni psichiche. Moltissime sostanze naturali o sintetiche sono definibili “psicoattive”: droghe, cannabis, alcuni medicamenti come sonniferi o ansiolitici etc. Queste sono tutte sostanze che inducono dipendenza. Come tutti i prodotti “psicoattivi”, un consumo cronico e prolungato di alcool può causare dipendenza chiamato alcolismo o etilismo cronico. – www.int/substance_abuse/publications

L’alcolismo (o alcool-dipendenza, o etilismo) è, in altre parole, il consumo eccessivo di alcool, nella più parte dei casi, derivante da fattori psico-emotivi che ne favoriscono l’assunzione: problemi di ansia, deficit nelle capacità di controllo dello stress e/o dell’ansietà, difficoltà sociali, depressione, problemi a comunicare con le persone etc. spesso ci si trova di fronte a un concatenarsi di fattori quali frustrazioni personali o conflitti interpersonali. Nel linguaggio quotidiano, con “alcolismo” ci si riferisce al bisogno, il desiderio compulsivo, oppure il sentimento di necessità che una persona prova nel bere alcool ed è associato all’incapacità del soggetto di garantire l’ottemperamento dei proprio doveri e impegni quotidiani.

Dobbiamo fare attenzione e discernere il “consumatore semplice” da quello “seriale”, benché sia sempre bene informarsi, educandosi al giusto consumo, e prevenire che qualsiasi consumatore entri in una fase di alcool– dipendenza (www.santé.fr). Generalmente si distinguono:

  1. Il consumo a basso rischio
  2. Il consumo problematico
  3. La dipendenza

Il consumo di una persona che beve moderatamente e in maniera adeguata alla situazione è considerato a basso rischio. Fattori quali l’età, il sesso, la quantità di alcol e la situazione del consumo hanno un ruolo importante in tal senso. Per quanto riguarda il consumo problematico di alcol, la ricerca distingue i seguenti comportamenti: il consumo cronico a rischio (il consumo quotidiano raggiunge i due/quattro) bicchieri standard, consumo occasionale a rischio (se un uomo consuma 50g o più di alcol puro e una donna 40g o più in una determinata circostanza, si parla di consumo occasionale a rischio) – sono sempre più numerosi i dati scientifici che dimostrano che l’ubriachezza occasionale non accresce solo i rischi di incidenti, ma ha anche effetti negativi sulla salute, in particolare sul cuore e le arterie coronarie – consumo di alcool inadeguato alla situazione (il fatto di bere alcol, persino in piccole quantità, implica rischi incrementati in determinate situazioni ad es. sul lavoro, sulle strade, durante la gravidanza, in caso di assunzione in combinazione con dei medicamenti, etc. Si ritiene, inoltre, che il consumo è inadeguato alla situazione se esso può determinare problemi in situazioni individuali particolari. Il passaggio da un consumo problematico alla dipendenza avviene in modo impercettibile: in termini generale nasce dal consumo di una sostanza psicoattiva (o dallo svolgimento di un’attività rituale) ed è un processo nel quale si produce inizialmente un comportamento che può avere la funzione di procurare piacere e/o di alleviare un malessere interiore, caratterizzato per il costante fallimento del suo controllo e per la sua persistenza, nonostante le conseguenze negative che esso produce. Non si sviluppa una dipendenza dall’oggi al domani e tantomeno si nasce già dipendenti. La dipendenza può insorgere quando diversi fattori agiscono contemporaneamente in un lento processo. La causa della dipendenza non è quindi definibile in maniera univoca, poiché si tratta di un fenomeno complesso che affonda le sue radici nella vita di tutti i giorni. – https://www.radixsvizzeraitaliana.ch/pagine/Temi/Dipendenze

I fattori che possono causare una dipendenza sono molteplici: le esperienze personali, l’educazione, l’ambiente, la famiglia, lo stato d’animo etc. La dipendenza è una patologia caratterizzata da uno sviluppo e da un decorso che richiedono un certo periodo e benché la persona desideri uscirne, i tentativi che fanno in questo senso possono rivelarsi fallimentari. Il consumatore dipendente si trova in grande difficoltà volendo smettere repentinamente la regolare consumazione e si ritrova a fronteggiare col passare del tempo l’aggravamento di stati mentali quali l’incapacità di gestire le emozioni, o gli stati psicologici, o sociali, oppure il mancato adempimento di obblighi lavorativi, gli studi o i doveri familiari. Il consumo eccessivo di alcool induce danni a livello fisico, psicologico e sociale coinvolgendo anche i cari (familiari, amici etc.) e le terze persone in ambienti pubblici o sociali.

La dipendenza porta con sé l’effetto di tolleranza o assuefazione: lo stato di progressivo adattamento dell’organismo che sotto l’effetto continuo di sostanze psicotrope fa sì che vi sia una diminuzione della risposta organica. S’instaura un processo per cui è necessario l’incremento della dose per osservare gli stessi effetti farmacologici. L’organismo, infatti, sviluppa una certa resistenza all’effetto del prodotto consumato e cerca di opporre resistenza perché percepisce l’alcool in quanto sostanza nociva alla salute cercando di preservare l’omeostasi (attitudine propria degli organismi viventi a mantenere in stato di equilibrio le proprie caratteristiche: al variare delle condizioni esterne, mantiene stabili le condizioni interne tramite meccanismi automatici che regolano il flusso continuo di materiali ed energia attraverso l’intero sistema). – www.stopalcool.ch

È importante rafforzare e consolidare, nell’ambito della prevenzione alle dipendenze e della promozione della salute (a livello individuale, comunitario ed ambientale), la capacità di ciascun individuo di fare capo quotidianamente alle proprie competenze e risorse personali. – https://www.radixsvizzeraitaliana.ch/pagine/Temi/Dipendenze

Per quanto riguarda i giovani, il consumo di sostanze psicoattive è motivato dalla volontà di soddisfare la loro curiosità attraverso le nuove esperienze. L’assunzione dei rischi è una fase importante per lo sviluppo degli adolescenti: solo in questo modo imparano a superare se stessi e aumentano le loro competenze. Generalmente i giovani sperimentano l’assunzione di alcool per curiosità, allo stesso modo il fumo di sigaretta o di canapa. Spesso questa esperienza rimane circoscritta a un periodo limitato e non porta a conseguenze negative. Durante le feste o gli incontri, i giovani vogliono divertirsi, di vivere momenti forti e alle volte di oltrepassare i limiti; è importante fare attenzione affinché il piacere non sia unicamente a proposito del consumo di alcool e droghe. Difatti, l’alcolismo è una dinamica complessa e polivalente costituita da tre fattori associati e correlati tra loro: il prodotto (alcool), l’ambiente e l’individuo (soggetto). La dimensione sociale come le abitudini di consumazione in gruppo e l’accettazione oppure le dinamiche di difficoltà familiari sono con certezza fattori decisivi. Gli adolescenti, ad esempio, devono far fronte alle richieste dei loro compagni, oppure devono affrontare una pressione indiretta: si agisce in un certo modo perché si pensa che anche gli altri lo facciano ed è normale adottare un certo atteggiamento alla loro età. Per molti di loro diventa importante impressionare gli amici, arrivando ad assumere comportamenti rischiosi. Non è facile prendere coscienza di questi meccanismi e resistere alle pressioni che provengono dal gruppo e dai mass media.

Non dimentichiamo che i bambini prendono come modelli genitori, fratelli e sorelle. Crescendo, il cerchio delle persone di riferimento si allarga. Per costruire la propria identità, gli adolescenti imitano i modi di essere e gli stili di vita delle persone rilevanti: i famigliari, un insegnante, un cantante etc. Talvolta chi dovrebbe fungere da esempio assume dei comportamenti rischiosi mandando dei messaggi ambigui ai ragazzi. Per alcuni consumare alcool significa dimenticare i problemi e le preoccupazioni: non è la curiosità, né la ricerca di piacere, né il bisogno di appartenere a un gruppo che ci spingono ma la voglia di sentirsi meglio e superare i problemi. Si tratta quindi della ricerca di una sensazione piacevole, la maggior parte delle volte transitorie, che ci permette di dimenticare le preoccupazioni e le difficoltà. Cercare di stare meglio e di dimenticare i propri problemi in questo modo può portare a situazioni sempre più problematiche.

Non c’è bisogno di aggiungere altro sennonché ricordare che siamo di fronte ad una situazione di grande sofferenza fisica e psichica con un forte impatto sulla vita di chi ne è vittima. L’alcool non è un bene culturale ordinario poiché può procurare piacere, condurre all’ubriachezza o alla dipendenza. La prevenzione deve tener conto di tale particolarità e prefiggersi lo scopo non di vietarne il consumo, ma di contribuire a evitare che quest’ultimo crei dei problemi sia all’individuo sia alla società. La prevenzione mira a impedirne un consumo precoce tra gli adolescenti e a prevenire o ridurre i rischi legati al consumo negli adulti. A tal fine, è necessario ricorrere alle misure complementari offerte dalla prevenzione strutturale e mirata sull’individuo. Le misure di prevenzione strutturale hanno lo scopo di modificare l’ambiente, solitamente sotto forma di prescrizioni legali o altre disposizioni regolamentari: le limitazioni all’accessibilità all’alcol (a es. orari, età minima per la vendita e la consegna, quantità di punti vendita etc.), le restrizioni in materia di pubblicità, la politica dei prezzi e la tassazione influiscono, infatti, sulle abitudini di consumo.

La prevenzione strutturale deve essere completata da misure di prevenzione centrate sull’individuo. Rafforzando le competenze psicosociali si contribuisce a evitare o a ridurre i comportamenti “incerti” legati all’alcol. I programmi di promozione, di sviluppo, delle competenze di base nelle scuole sono particolarmente utili. A tale proposito, è importante che i giovani si confrontino attivamente con i contenuti e che le misure preventive non si limitino a una semplice trasmissione di conoscenze. L’implementazione precoce e un approccio a lungo termine contribuiscono in modo decisivo all’efficacia del programma. Vi è anche la prevenzione orientata sulla famiglia il cui fine, idealmente, non è quello di trasmettere solo delle conoscenze sul consumo di alcol, ma di permettere ai genitori di acquisire competenze educative concrete durante corsi di più sessioni. L’implicazione dei pari è particolarmente importante nel lavoro con i giovani. Tanto nel lavoro di prevenzione presso le famiglie, quanto in quello con i giovani, i pari dovrebbero idealmente partecipare al progetto dalla sua elaborazione fino alla sua realizzazione, in un ambito ben definito. La prevenzione mira alla consapevolezza dei danni indotti da un consumo eccessivo, ed è un bene sociale promuoverla. Tuttavia, sono inoltre necessari alcuni fattori “base” di protezione: come la capacità di instaurare e coltivare relazioni positive (amici, fidanzamenti etc.), dedicare parte del proprio tempo alle passioni personali, riposo etc. in generale dobbiamo cercare di mirare alla felicità, nella vita di tutti i giorni, e la pace quotidiana. Tutto questo è importante! Conoscere meglio il mondo in cui apparteniamo, aiuta a comprendere, e ci insegna come poter costruire il nostro futuro. L’educazione è progettazione (questa è una massima del pensiero antico che possiamo utilizzare ancora oggi): perché l’avvenire non è altro che tanti piccoli istanti di presente sommati tra di loro. Uno di questi costituisce, l’”ora” di adesso, tra poco, un altro, comporrà l’“ora” del dopo: due momenti naturalmente differenti.

La solitudine, il lutto, l’abbandono etc. sono prove di vita, ostacoli, che si presentano repentinamente (e chissà per quale strano scherzo del destino) e possono causare, con il loro giungere violento, situazioni di grande disorientamento. È difficile! E dobbiamo cercare di esserne consapevoli. Per quanto alle volte possa sembrare di essere vicini alla disperazione dobbiamo credere e ricordare che non siamo soli. Ci sono persone pronte ad ascoltare, a comprendere e aiutare: le grandi prove si superano insieme, e non da soli. Vogliamo lasciare un caldo invito a coloro che si trovano nella difficoltà e hanno paura o provano vergogna: l’aiuto che, tu ed io, oppure lui, possiamo dare oggi, sarà lo stesso che riceveremo domani. Noi tutti abbiamo bisogno degli altri, di ascoltare ed essere ascoltati, nelle essere sempre presenti.

(Se hai bisogno di più informazioni, per consulenze, test in anonimato o online, visita il sito: safezone.ch, zonaprotetta.ch, oppure chiamaci al numero tel. 0919238040. Non dimenticare che ci puoi trovare anche presso la sede di Zonaprotetta in via Bagutti 2, 6900 Lugano)

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