La Giornata Internazione di lotta all’Omofobia, alla Bifobia e alla Transfobia, riconosciuta dalle Nazioni Unite, viene celebrata nella ricorrenza del giorno in cui l’omosessualità fu definitivamente rimossa dalla lista delle malattie mentali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (il 17 maggiore del 1990).

Come ogni anno l’associazione mantello ILGA EUROPE ha stilato il report sulla condizione delle persone LGBT+ nei diversi paesi europei. Per quanto riguarda la Svizzera: Qui è possibile consultarne la sintesi, per il rapporto completo invece qui.

La situazione è migliorata dall’anno precedente, arrivando a posizionarci al 23° gradino, ma ancora nettamente insufficiente per una moderna democrazia.

Dalla mancanza del matrimonio ugualitario alle questioni legate all’adozione o ai metodi per poter avere figli, dall’insufficiente legislazione per contrastare l’omofobia, la bifobia e la transfobia fino agli insufficienti sforzi in campo educativo e culturale, per arrivare alla mancanza di tutele per le persone intersex di decidere liberamente il sesso e quindi non subire operazioni nell’età infantile, come anche l’assenza di norme che riguardino il diritto d’asilo per le persone LGBT+ provenienti da paesi con legislazioni punitive.

Tutte queste specifiche richieste fanno comprendere la complessità di problemi che le persone LGBT+ vivono sulla loro pelle nelle diverse fasi della vita e condizione. Il principio che ci rende una democrazia, ovvero l’eguaglianza tra tutte le cittadine e i cittadini, è sollecitato di nuovo per spingere concretamente quella parità che altrimenti viene di volta in volta tradita. In questa partita sembra molto semplice e lineare comprendere i valori, la richiesta e anche l’effetto sulla vita delle persone: l’autodeterminazione a cui tutte e tutti teniamo. Desideriamo poter essere noi stess*, desideriamo poter essere liber*, desideriamo vedere riconosciuti i nostri legami e le nostre famiglie, esattamente come quelle altrui.

Molto spesso quando assistiamo ad un dibattito che vede posizioni contrapposte sui diritti umani e in particolare sulle persone LGBT+, a confrontarsi alla base ci sono due modi di vedere il mondo e la società: da una parte chi crede profondamente nell’eguaglianza di diritti e doveri, e dall’altra chi tende sempre a sostenere, esplicitamente o implicitamente, una superiorità. Si è superiori perchè bianchi, maschi, borghesi, eterosessuali, cisgender, sposati, con figli e così via. Questo conformismo del potere maschile eteronormativo negli anni si è scontrato con il desiderio di libertà delle donne, ma anche degli uomini, e delle minoranze.

Il desiderio di superiorità può nascere dalla poco consapevole omologazione, dalle paure, dalle insicurezze, dai desideri interiorizzati e da diverse altre cause ma, se sul piano dei singoli può essere compreso, sul piano invece sociale, delle relazioni e dei rapporti con le Istituzioni ha sempre torto, nuoce sempre a qualcuno, toglie dignità e diritti.

Anche quando viviamo in una nazione moderna, democratica e ci sembra che tutto vada bene, continuano i pregiudizi e le forme di discriminazione. Sono più subdoli, meno eclatanti (a volte purtroppo lo sono) e più manipolativi. La giovane che si sente dire dai genitori che è sbagliato essere lesbica. Il ragazzo bisex a cui nessuno crede. L’insegnante gay chenon può dire di esserlo perché altrimenti avrà meno opportunità. La persona trans che non riesce a trovare lavoro. Le coppie che non trovano casa. I figli che devono spiegare di avere due mamme o due papà, quei genitori che devono recarsi in altri paesi per poterlo diventare. Le adozioni difficili, se non impossibili. Le persone intersex con una vita non scelta a causa delle scelte chirurgiche che altri hanno preso alla nascita per loro. Il giovane he viene inviato dal sacerdote di questo o qul culto perché la preghiera potrà guarirlo.

Per poter essere compiutamente noi stess*, ciascun* di noi deve poter essere se stess*. La comune battaglia per la libertà e l’autodeterminazione non riguarda, in conclusione, solo le minoranze ma tutte e tutti noi, il mondo che vogliamo costruire e i valori che non vorremmo mai traditi.

Marco Coppola – Zonaprotetta Gayticino

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